Quali passi per riprendere il cammino?

Domenica 2 febbraio, un po’ in ritardo rispetto agli anni precedenti, si è svolta l’assemblea parrocchiale che ci ha visto impegnati tutto il giorno. Infatti, si è svolta secondo la modalità sperimentata lo scorso anno che, visto la buona risposta e partecipazione, si è pensato di riproporre. Alle 9 del mattino l’oratorio GO era pronto ad accoglierci con caffè e brioches per ini-ziare bene la giornata e addol-circi dalla “levataccia” dome-nicale.
Ha fatto seguito una breve riflessione di don Paolo per introdurci nel vivo del tema da trattare, ossia come rientrare in un percorso di fede, come riprendere il cammino. Tema questo – ha sottolineato don Paolo – in linea con quanto proposto dalla diocesi torinese.
Chiediamoci perché la gente bussa alla porta della comu-nità, cosa cerca, cosa vuole dire cercare Dio oggi?
Si è già discusso in passato sull’accoglienza e oggi si è di fronte non tanto ad un problema di relazione, quanto piut-tosto ad uno di evangelizzazione. Facile constatare come in dieci anni si sia arrivati alla scristianizzazione, le cose da-te per scontate, quelle che passavano dentro la cultura popolare, non sono più così, la religione di prima non c’è più!
Nella maggior parte dei casi, la gente si riavvicina in occa-sione della richiesta di un sacramento, il matrimonio, poi il battesimo del primo figlio, il secondo, i gruppi di catechismo… Un percorso relativa-mente lungo. Ecco perché – sottolinea don Paolo – si deve pensare ad un cammino lungo proiettato nell’arco di un decennio. A volte si pensa di poter convertire in due mesi, ma non è così, non può funzionare. Inoltre, è fondamen-tale pensare alla famiglia, lavorare con figli e genitori, il cammino deve essere condiviso e non precipitoso.
Si potrebbero individuare tre step: il primo, dall’individualismo al gruppo, passare dalla fede “secondo me” alla fede “insieme agli altri” proprio perché camminare insieme è più facile.
Il secondo, dal gruppo alla comunità per iniziare a spendersi per gli altri, mettersi in ser-vizio, partecipare al di là del proprio gruppo. Difendere, proporre e conoscere le iniziative della comunità.
E, infine, dalla comunità alla responsabilità, passo necessa-rio per diventare un cristiano convinto, essere cristiano sempre, non solo nella propria comunità. Un cammino determinato non dal fare, ma dalla ricerca del Signore, sem-pre!
Questi in sostanza gli spunti sui quali i gruppi di lavoro sono stati invitati a proseguire la riflessione, interrottasi per partecipare tutti insieme alle S. Messa delle 11.30, per ritrovarsi poi a condividere il pranzo e successiva ripresa dei lavori nel pomeriggio con conclusione finale.
I lavori a piccoli gruppi hanno dato ad ognuno la possibilità di esprimere il proprio pensie-ro, anche se è difficile trovare risposte o soluzioni, è facile andare fuori tema, ma nel confronto c’è sempre qualcosa di positivo.
Ci si è resi conto, dialogando, che nelle nostre comunità esistono già molti percorsi per riprendere il cammino ed entrare o rientrare nella comunità; inutile elencarli, anche se qualche percorso dovrebbe essere più conosciuto o meglio comunicato. Interessanti le proposte emerse: dall’importanza di trovare un modo di incontro per i “non gruppati”, alla richiesta di una comunità educatori nella pastorale degli adulti, alla necessità di moltiplicare le occasioni di vita comunitaria in piccolo gruppo, ed ancora all’approfondire e coltivare relazioni che convergano verso il centro, ma sempre con una visione aperta verso l’e-sterno.
Al termine del pomeriggio si è svolta la votazione per i nuovi membri del consiglio pastora-le; gli eletti quali rappresentanti della comunità sono: Sergio Pasculli, Roberto Carena, Gabriella Bartoccini.

Tiziana Ciravegna

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