Catechesi in tempo di Covid

I “nostri” percorsi per continuare a camminare con Lui

Anna Maria, Daniela, Fabio, Gabriella, Giusy, Grazia, Luigina e Monica

Il tempo della pandemia, con i timori, le restrizioni, i protocolli da seguire, ha prodotto uno sconvolgimento generale che ha segnato anche la prassi catechistica delle nostre 4 parrocchie. Ma la catechesi e l’annuncio non si sono mai fermati ed ogni parrocchia ha cercato di reagire progettando nuovi percorsi.

San Cassiano – Mantenere le relazioni
Quest’anno, visto il perdurare dell’emergenza, i percorsi di catechismo hanno subìto delle interruzioni ed i programmi sono stati stravolti, rispetto al progetto iniziale. In conseguenza di ciò e poiché anche il percorso Tobia ha avuto delle difficoltà, noi catechisti abbiamo dovuto reinventare, non senza fatica, lo svolgimento degli incontri. Per non perdere completamente le relazioni con bambini e famiglie, abbiamo cercato di coinvolgerli: nel periodo natalizio, con una serie di attività (addobbo dell’oratorio, calendario dell’Avvento, Novena di Natale); durante la Quaresima, con la Via Crucis e la partecipazione al Triduo Pasquale (rivolta soprattutto ai gruppi prossimi a Prima Comunione e Cresima).
Nel periodo di chiusura, l’unico punto di contatto è stato la Messa domenicale, a cui abbiamo invitato i bambini ed i ragazzi, incontrandoci dieci minuti prima dell’inizio, sotto il campanile, in modo da salutarci, riconoscerci e partecipare come gruppo. Purtroppo, però, l’iniziativa non ha avuto grande successo, anche perché, al di là della paura, più che giustificata, l’emergenza è stata vissuta, per alcuni, come un alibi, per non essere coinvolti. Altre famiglie, invece, hanno accolto seriamente la proposta ed era una gioia il potersi ritrovare.
Ora che gli incontri di catechismo sono ripresi, come ci suggerisce Tobia, lavoriamo con bambini, ragazzi e famiglie, sul Vangelo della domenica successiva, con fatica da parte dei gruppi appena avviati, formati da bimbi di seconda elementare. L’oratorio rimarrà aperto anche a scuole ultimate. Ci saranno attività per bambini e ragazzi. Speriamo che diventi il luogo in cui le famiglie possano nuovamente incontrarsi e riprendere quelle relazioni che il Covid ha interrotto.

San Giacomo – Un’esperienza da vivere
Quest’anno è passato… Nonostante le molte difficoltà che abbiamo incontrato, siamo riusciti a portare a termine ciò che ci eravamo prefissati.
Ciò a cui abbiamo puntato maggiormente, come catechisti, è stato tener vivo ed alimentare costantemente il rapporto che si era instaurato negli anni con i bambini/ragazzi, ma anche con le famiglie.
In questo periodo di restrizioni abbiamo avuto il tempo di riflettere su domande come: chi vogliamo seguire veramente?
Confrontandoci con don Paolo abbiamo scelto, nel rispetto delle norme di sicurezza, di fare catechismo in presenza e mai a distanza, perché secondo noi il catechismo è un’esperienza da vivere e non da vedere come una lezione di religione. Immaginate se dovessimo, come purtroppo abbiamo dovuto fare, assistere all’Eucaristia per TV.
Come potremmo nutrirci del Cristo, come potremmo vivere con Cristo e in Cristo?
La nostra speranza è che l’anno prossimo si possa trovare un po’ di quella normalità che abbiamo dato sempre per “scontata”.

San Francesco – Famiglia e comunità, luoghi della vita di fede
Provare a ricostruire, ripartendo con un nuovo sguardo: questo l’impegno che all’inizio dell’anno pastorale abbiamo condiviso come gruppo di catechiste, insieme a suor Rosalba e a don Lorenzo.
Ristabilire tempi, spazi, modi per un annuncio che tornasse all’essenziale, al primo annuncio, tralasciando progetti e programmi troppo dettagliati.
Innanzitutto, abbiamo apportato una modifica al calendario, incontri più diluiti nel tempo, ma prolungati. Questo per permettere al gruppo di muoversi in ambienti sicuri, puliti, ma soprattutto accoglienti: la chiesa per l’ascolto della Parola, la riflessione e la preghiera; il salone dell’oratorio per l’esposizione di contenuti e la condivisione; e le aule per le eventuali attività in piccoli gruppi.
L’utilizzo dell’ambiente digitale ci ha offerto una via di comunicazione per mantenere i legami (soprattutto nei periodi in cui non siamo riusciti ad incontrarci), per trasmettere informazioni, per stimolare alla preghiera in famiglia, per sentirci in qualche modo vicini, ed anche perché arrivasse in ogni casa l’invito alla partecipazione alla Messa, dove si incontrano gli amici e la comunità. Riportare al centro della catechesi la Liturgia, un’opportunità che abbiamo cercato di cogliere da questo tempo di regole e restrizioni. Un tentativo di valorizzare la ricchezza della liturgia domenicale e di ritmare il cammino sull’anno liturgico sottolineandone i tempi forti – Festa di san Francesco, Avvento, Quaresima – con la proposta di percorsi che coinvolgessero i ragazzi e le famiglie, ed offrendo loro piccoli doni per valorizzare la fedeltà al percorso. Questo tempo ci ha fatto sperimentare, inoltre, il valore della famiglia e della comunità come luoghi principali della vita di fede. I ragazzi hanno ricevuto il dono della prima Eucarestia e della Cresima, tappe fondamentali del percorso, con pochi familiari, e la presenza della comunità ad accompagnarli è stata fondamentale per vivere il senso vero della festa. E la festa di Pentecoste è diventata occasione per dire “grazie” al Signore per l’anno trascorso e guardare all’estate con speranza.

Santa Maria – Il Signore ci ama, ci attende ed è sempre presente
La catechesi al tempo del Covid a Santa Maria non si è fermata e non è diventata neanche virtuale. Durante il periodo più duro della pandemia –marzo maggio 2020 – non si sono svolti gli incontri in presenza, ma le catechiste hanno cercato di essere prossime alle famiglie e ai bambini con telefonate, messaggi, lavoretti e indicazioni perché insieme ci lasciassimo guidare dalla Chiesa nella persona del Papa e dei suoi gesti puntuali e carichi di speranza e di significato.
Anche don Lorenzo ha aiutato le famiglie e le catechiste invitandoci ad essere assidui nelle preghiere, proponendo la meditazione di un mistero e la recita del Rosario per ogni sera.
In quel periodo abbiamo toccato con mano quanto è importante trasmettere l’annuncio di un Dio buono che ci ama, che ci attende e che è fonte di speranza, perché Lui è presente ora ed era presente anche in quel momento pieno di timore. I genitori sono diventati più consapevolmente i primi testimoni della fede in Cristo verso i loro figli.
Finalmente sono arrivati tempi migliori e le chiese hanno riaperto e piano piano si sono riempite di nuovo. I bambini a piccoli gruppi si sono presentati al banchetto eucaristico per ricevere la loro Prima Comunione o per ricevere lo Spirito Santo nel sacramento della Confermazione. Le famiglie, nonostante non si potesse festeggiare con grandi feste o con l’arrivo di parenti e amici da distante, hanno desiderato comunque fare accostare i propri figli ai sacramenti, per i quali si erano preparati a catechismo. In quel momento siamo stati tutti chiamati a vivere con più consapevolezza e meno esteriorità questi momenti (anche se non bisogna disdegnare la festa). Durante il secondo periodo di chiusura – novembre, dicembre e gennaio – la scelta delle catechiste di Santa Maria è stata quella di continuare gli incontri in presenza: gli incontri si sono dimezzati e sono diventati 2 al mese e i locali utilizzati sono stati la chiesa e il salone, per permettere il distanziamento. Si sono invitati i bambini alla Santa Messa domenicale, alla raccolta di pezzi per poi assemblare in lavoretti che premiassero la fedeltà alla Messa, al catechismo e alla Novena.
Certo non è stato facile dire ai bambini di non abbracciarsi, di non scambiarsi oggetti, di stare lontani, quando Gesù ci dice di condividere, di aiutarci e di essere prossimi ai fratelli. Si è parlato comunque di Gesù e almeno in quell’ora il virus sembrava dimenticato. Non ci sono più stati giochi a squadre e contatti, ma dialoghi, letture del Vangelo e qualche scheda. Spesso si è cercato anche di coinvolgere la sensibilità dei bambini e delle loro famiglie verso i bisogni e le attività della comunità cristiana cittadina, ad esempio invitando ad offerte verso l’emporio, dove i più bisognosi, vittime della crisi non solo sanitaria, chiedono aiuto, oppure partecipando con bambini e genitori alla preghiera quaresimale presso la cappella di San Rocco durante l’ora di catechismo. Speriamo di potere riprendere a giocare come prima quando l’incontro di catechesi finiva sempre con un gioco o con un’attività da fare insieme “vicini…vicini”.
Il cammino di fede non va in vacanza. Nei mesi estivi le nostre chiese ed i nostri oratori saranno aperti per tutti i ragazzi, per vivere insieme con il Signore e tra noi anche il tempo dell’estate. La Messa, l’Estate Ragazzi ed i momenti intensi dei campi in montagna saranno occasione di continuare a fare comunità.

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