Cena del Digiuno 2022

Accanto a chi soffre

F. Cravero

Venerdì 18 marzo si è finalmente potuta riproporre la Cena del Digiuno, che mancava ormai da due anni. L’iniziativa è stata molto sentita e partecipata da tutte le comunità, come ha dimostrato la “piazza” dell’Oratorio GO gremita ancora più del solito.

Lo schema è stato quello ormai consolidato: la presentazione di un tema forte con approfondimenti e testimonianze, momenti di riflessione, condivisione di un pasto essenziale e raccolta di offerte in segno di comunione e solidarietà.

A guidare la serata è stata Caterina Ferrua, volontaria dell’Operazione Colomba.

Per chi non la conoscesse, l’Operazione Colomba è il Corpo Nonviolento di Pace dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, il cui scopo è di vivere concretamente una scelta di solidarietà, protezione e condivisione con le persone che vivono in zone di guerra.

L’esperienza, iniziata in Jugoslavia nel 1992, è continuata in altri paesi: Colombia, Libano, Siria, Palestina, Grecia…

Caterina, illustrando la sua esperienza in un campo profughi del Libano, ha cercato di far entrare nel vivo della realtà che i volontari affrontano tutti i giorni. I volontari, che a seconda delle disponibilità restano nel paese per periodi brevi (mesi) oppure più lunghi (uno o più anni), hanno come principale obiettivo lo stare accanto a queste persone, condividendo la stessa vita nelle tende fatte di legno e plastica, e rispondendo alla violenza delle armi con la non-violenza nel senso più concreto e pratico possibile. E per fare questo occorre mettersi a fianco delle persone, con la consapevolezza che “… la mia vita di Caterina qui in Italia ha lo stesso valore della vita di Aman che è nata in Siria ed è dovuta scappare. Noi andiamo a vivere là senza sapere cosa portare se non noi stessi, ci mettiamo in ascolto – è la cosa fondamentale – e piano piano cerchiamo di capire quali spazi di pace e di aiuto ci possono essere. Il campo profughi in cui sono stata è a pochi chilometri dal confine con la Siria, la nostra tenda è aperta a tutti per essere ascoltati, per essere accompagnati nel quotidiano, per segnalare emergenze…

Azioni concrete sono la protezione dei civili come ad esempio l’accompagnamento fisico a fare visite o documenti, il sostegno ai bisogni più immediati direttamente o tramite altre ONG, la promozione di percorsi di dialogo, il lavoro di denuncia e di promozione di soluzioni alternative allo scontro armato.

Altro argomento che Caterina ha illustrato sono stati i corridoi umanitari: nati nel 2016, tramite accordi tra associazioni solidaristiche e governo italiano, consentono di far arrivare i profughi in modo sicuro, evitando i viaggi sui barconi e i trafficanti di uomini. Arrivate in Italia, queste persone vengono accolte in strutture e case e seguite nel percorso di inserimento. Siamo consapevoli che è una goccia nell’oceano – ha detto Caterina –perché naturalmente sono molto pochi quelli che si riesce a far partire e a volte occorre fare delle scelte molto dolorose tra chi far partire e chi no. Anche se ormai non se ne parla quasi più, la Siria continua a essere un paese in guerra, dove la sicurezza minima non è garantita, le condizioni di vita sono drammatiche, gli uomini vengono arrestati, fatti scomparire, arruolati forzatamente. C’è da sottolineare però che la grande maggioranza dei siriani ha un solo desiderio: tornare a vivere in pace nel proprio paese.

La parola è poi passata a Mohein, un profugo siriano arrivato in Italia nel 2020 proprio tramite i corridoi umanitari. Se io non avessi incontrato Operazione Colomba – ha detto – mia figlia sarebbe già morta. I volontari hanno una grande attenzione per i bambini, soprattutto quelli malati, mentre invece negli ospedali libanesi non c’è un briciolo di umanità: se non hai i soldi non vieni curato. Quindi sono immensamente grato all’Associazione, all’Italia e a voi tutti che siete qui.

L’intervento è terminato con la lettura di un brano del libro La speranza ha il vestito azzurro, scritto da Alessandro Ciquera e Marco Canta proprio sulle esperienze nei campi profughi e sul significato profondo delle loro scelte.

Il ricavato della serata è devoluto interamente all’Associazione, così come anche tutte le offerte raccolte durante il Mercoledì delle Ceneri e, prossimamente, durante il Giovedì Santo.

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