Chi sono i Settantadue?

Laura Cavallo

Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi”.

Sulla scia delle parole di Luca, 10 è iniziato il percorso dei Settantadue, un nuovo gruppo di formazione chiamato così non per il numero dei partecipanti, ma per lo spirito e l’obiettivo che hanno animato gli incontri rivolti a coppie delle comunità di San Giacomo e di San Cassiano, tutte con un percorso alle spalle e animate dal desiderio di restituire quanto ricevuto.

Con queste premesse don Paolo ha costruito un percorso di catechesi, di riflessione e di condivisione individuale e di coppia attraverso i 5 discorsi del Vangelo di Matteo, con l’idea di far riflettere sul modo di essere cristiani oggi, sul ruolo del laico nella Chiesa, su quali responsabilità siamo pronti a prenderci. Un percorso molto simile al Gap dei giovani, che dovrebbe portare a maturare nuovi impegni, nuove responsabilità: le pagine di Matteo dovrebbero rappresentare le parole su cui anche degli adulti scelgono di spendersi nella loro vita.

Rispetto alla formazione e alla condivisione dei gruppi comunitari, siamo partiti dall’esperienza personale, dalla nostra storia, ma abbiamo guardato oltre noi, ai fratelli e alla comunità, cercando non tanto di trovare la soluzione al momento contingente che le nostre comunità stanno vivendo, ma soprattutto di ripensare un modo nuovo per vivere l’impegno e il servizio in parrocchia.

Due principi fondamentali hanno arricchito le nostre condivisioni: fraternità e ministerialità.

Siamo chiamati a sentirci fratelli, perché questa è la nostra condizione in quanto figli e la fede non è un fatto privato, ma dobbiamo anche riconoscere i carismi e i ruoli che permetteranno alle nostre comunità di essere in futuro “germogli vivi”.

E’ stato un percorso davvero coinvolgente e stimolante: non si è trattato solo di una buona formazione, ma di un’assunzione di responsabilità da parte di noi laici, pronti a metterci a servizio nelle nostre comunità per portare avanti i progetti di pastorale. L’esperimento pilota è riuscito: questa potrebbe essere la strada per un laicato consapevole, responsabile e attivo!

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