di Roberto Petrasso

Vi ricordate quando vi dicevano di non giudicare mai un libro dalla copertina? Bene, dimenticatevelo. Perché quando ti ritrovi per le mani la saga di Nevernight non puoi far altro che volerla acquistare già solo per l’aspetto estetico con cui si presentano i tre volumi. E se poi foste così audaci da decidere di leggerli, non vi ritrovereste per nulla delusi. Forse solo dall’ultimo capitolo. Ma si tratta di solo tre pagine rispetto alle millequattrocento e poco più pagine che compongono la serie. Un errore accettabile.

“Sappiate che le pagine che avete tra le mani parlano di una ragazza che sta all’omicidio come i maestri alla musica. Una ragazza chiamata da alcuni la Figlia Pallida. L’Incoronartice. Il Corvo. Ma molto spesso non la chiamavano affatto.  Assassina di assassini di cui solo io e la dea conosciamo davvero il conto degli omicidi.” Sono queste le parole che fanno da prologo alla storia di Mia Corvere, una giovane ragazza che a dieci anni ha visto la sua vita nobiliare andare in frantumi. Il padre giustiziato come traditore, la madre e il fratello minore rapiti e imprigionati, una condanna a morte anche sulla sua testa dalla quale solo la fortuna la salva. Sola e persa per le strade, viene cresciuta dal suo mentore Mercurio, un vecchio bottegaio con un passato da assassino. Il grande desiderio di vendetta di Mia, accompagnato dal suo motto: “Mai dimenticare”, che fa anche da titolo al primo volume, spinge Mercurio ad indirizzare la ragazza sulla strada che lui stesso aveva già percorso, addestrandola affinché possa entrare anche lei nella setta di assassini della Chiesa Rossa, perché i nemici di Mia sono troppo potenti per essere affrontati normalmente.

Il primo volume di questa trilogia segue proprio il viaggio verso e all’interno della Chiesa Rossa. L’organizzazione di assassini si rivelerà una scuola più difficile e letale del previsto, ma Mia non è una studentessa come le altre: in un mondo dove tre soli non lasciano mai spazio alla notte (Nevernight appunto), le ombre amano Mia, in particolare un impertinente gatto fatto di ombre che accompagnerà sempre la nostra protagonista cibandosi della sua paura, rendendola pronta tutto pur di portare a termine il suo giuramento di vendetta.

La struttura con il personaggio che vuole entrare nella gilda di assassini per vendicarsi potrà sembrare un cliché, e per certi versi lo è (Arya Stark sei tu?). Soprattutto quando hai come metro di paragone la gilda degli assassini de “Le Guerre del Mondo Emerso” il confronto potrebbe sfavorire qualsiasi altro romanzo. Mai letta la serie scritta da Licia Troisi? Cosa state aspettando? Ad ogni modo, questa prima parte della trilogia non è che un prologo per una storia molto più grande ed avvincente. Vi sto dicendo che dovrete patire un primo volume banale per poi godervi la storia vera e propria? No. Assolutamente no. L’abilità nella scrittura di Jay Kristoff è fenomenale, tanto che, merito anche della traduzione di Gabriele Giorgi, le pagine sono ipnotiche, non puoi far altro che continuare a leggere la storia di Mia. E questa si rivelerà essere decisamente non banale, in un contesto già visto ma rielaborato alla perfezione.

Sono dell’idea che il primo capitolo della trilogia sia appunto una grande e necessaria introduzione ai successivi romanzi. La narrazione, per quanto coinvolgente, risulta avere un ritmo più lento rispetto ai volumi che seguono. Non mancano colpi di scena, combattimenti e quant’altro, ma se eravate in cerca di azione, è il secondo capitolo che ne straborda, mentre il terzo e ultimo è un crescente climax verso un epico scontro finale di cui per ovvie ragioni non posso fare anticipazioni. Quello che posso dire, però, è che la storia della vendetta di Mia trasporta il lettore in un mondo vivo, arricchito dalle frequenti e tal volta comiche note dell’autore, scoprendo importanti verità sia sul passato di Mia, sia sul passato del mondo stesso. Verità che trascineranno la protagonista in un qualcosa di decisamente più grande di una semplice vendetta.

Per quel che mi riguarda, la saga di Nevernight si è ritagliata un ottimo posto nel mondo del fantasy. Anche la critica internazionale, forse più competente di me, ha assegnato un premio per ogni romanzo della trilogia (di cui miglior Fantasy per i primi due). Ciò che è di fatto innegabile è che la scrittura di Kristoff è incredibilmente coinvolgente. La struttura con narratore onnisciente è rara di questi tempi. Ancora più raro è vederla usare con tanta maestria. Tra flashback, anticipazioni, commenti irriverenti e misteri, un capitolo tira l’altro peggio dei salatini. Ambientato in un mondo completo creato ad hoc che ricorda la Roma repubblicana, non mancano poi le riflessioni che servono a rendere il personaggio di Mia e la storia stessa ancora più viva e matura. Non è il classico fantasy per ragazzi, è un romanzo in cui per quanto ci si possa affezionare ai personaggi, bisogna ricordare che sono sempre assassini e che agiranno come tali.

A conti fatti abbiamo per le mani un gran pezzo di fantasy. E se non siete cinici come il sottoscritto, forse apprezzerete anche quel dannato ultimo capitolo.

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