Stefano è diventato diacono

Alessandro Ciquera

Dopo aver trascorso due anni presso le nostre comunità parrocchiali, Stefano è stato ordinato diacono.

Arrivato nel periodo complesso del covid, saluta ora un luogo che ha ripreso a respirare, per andare a svolgere il suo servizio presso la parrocchia dei santi Pietro e Paolo a Volpiano.

 Come sono le sensazioni per questo passo?

A volte si corre il rischio di ritenere che siamo noi a dover “dimostrare” qualcosa, a fare affidamento sulle nostre capacità: “sarò in grado?“, “avrò gli strumenti?”.

Per quello che mi è stato trasmesso, e sto vivendo, il punto più importante del diaconato è viverlo come un dono. Come un qualcosa che ricevi, che metti al servizio, e va al di là dei concetti di merito.

Il diaconato ti dà la possibilità di metterti a servizio, come suggerisce la parola stessa, in particolare di chi vive una povertà, una sofferenza.

Mi colpisce sempre molto come quello che annunci agli altri debba trovare una corrispondenza anche nella tua quotidianità, e nei limiti che ci si porta dietro.

Il rito stesso è una pratica che rende l’immagine di un “ricevere”, lo stare prostrati a terra, l’attesa, il farsi imporre le mani.

Ci viene detto che serve che i diaconi siano “instancabili nell’azione, miti nei sentimenti, perseveranti nella preghiera”.

Come si inserisce l’ordinazione a diacono in quello che è il tuo cammino verso il presbiterato?

A giugno dovrei essere ordinato sacerdote. Il diaconato è una tappa in questo percorso, che serve, anche, a farti maturare la consapevolezza e la serietà riguardo alla scelta.

Quello che mi attrae è il poter vivere, il darsi pienamente alla comunità, alle persone.

Da soli non si va da nessuna parte, quello che ti sostiene sono le relazioni, i fratelli, la gente che per esempio attraverso la preghiera ti fa arrivare la sua vicinanza.

La scorsa domenica, dopo aver ricevuto il diaconato, ho tenuto l’omelìa a San Cassiano.

Il Vangelo della giornata aveva temi che possono sembrare apocalittici, in cui vengono prospettate rovine e distruzioni.

Da questa Parola ci viene insegnato a non guardare solo le difficoltà materiali, ma anche il fine verso cui ci portano, che è Cristo.

In questi anni spero e credo di essere cresciuto, nel sentiero verso questa mèta, una promessa di pienezza.

A presto Stefano, ti accompagnamo in questo cammino con preghiera e affetto.

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