Succedeva dieci anni fa

Beppe Baricada
ranca Cravero

Sembra quasi incredibile, ma sono trascorsi già dieci anni da quando l’arcivescovo di Torino monsignor Cesare Nosiglia celebrò la Santa Messa di consacrazione del nuovo altare di San Cassiano. Era il 17 giugno 2012 e con quella solenne celebrazione la chiesa veniva restituita nella sua nuova bellezza alla comunità e alla città. Impossibile dimenticare l’emozione di quel giorno!

La storia del restauro però parte molto prima, inizia la notte di Natale del 2000: durante la Messa venne annunciata la volontà di rimettere a nuovo la chiesa, sia dal punto di vista strutturale e conservativo che artistico. Le condizioni della chiesa all’epoca non consentivano ulteriori procrastinamenti.

Dal punto di vista strutturale, a suo tempo, il parroco don Lio De Angelis aveva provveduto ad effettuare alcuni risanamenti, ma era necessario un intervento più radicale, che andasse a rivedere anche gli aspetti artistici.

Era infatti dal 1934, anno in cui il pittore grugliaschese Nicola Arduino affrescò la cupola, le pareti e i medaglioni della navata centrale, che non erano mai state fatte opere in tal senso e pertanto era necessario intervenire per ridare l’antico splendore alla chiesa parrocchiale più antica della nostra città.

È così cominciato un lungo cammino – si pensi che i primi resoconti delle offerte erano ancora in lire! – che, a partire dall’inizio lavori a marzo 2003, si è concluso nel 2012. Sono stati anni densi e impegnativi, sotto tanti punti di vista: l’impegno tecnico ed economico innanzitutto, ma anche tutti i disagi che ne sono conseguiti… chi non ricorda le celebrazioni con in una chiesa impacchettata da ponteggi e teloni? Oppure il “fuori tutti”, quando a maggio 2011 tutte le celebrazioni si sono spostate a Santa Croce per consentire la posa del pavimento e il riscaldamento?

L’enorme impegno economico preventivato mise in moto da subito la complicata macchina della raccolta fondi.  Furono promosse varie iniziative che hanno coinvolto la Diocesi di Torino, la Conferenza Episcopale, la Regione Piemonte, il Ministero per i Beni Culturali, la Fondazione Crt e la Compagnia di San Paolo, le Congregazioni e le scuole delle Suore Vincenziane e dei Fratelli delle Scuole Cristiane. Determinante fu il contributo dell’Amministrazione comunale che riconobbe nella chiesa di San Cassiano un punto di riferimento importante per la città intera.

Ma il contributo più grande fu – e continua a essere – quello dei singoli parrocchiani che, tramite la Fabbrica del Restauro, con versamenti e donazioni costanti negli anni, hanno consentito e consentono tuttora di pagare le rate del mutuo. È un grande dispiacere che molti dei “fabbricatori” non abbiano fatto in tempo a vedere i risultati del loro impegno.

Ci teniamo a sottolineare che i contributi dei “fabbricatori” saranno indispensabili ancora per alcuni anni, poiché il mutuo quindicennale, acceso nel 2010, scadrà soltanto nel 2025. E dobbiamo purtroppo dire che, ad oggi, la “Fabbrica” sta segnando l’età: infatti, negli ultimi tempi, per vari motivi, sono diminuite le persone che versano regolarmente la quota ed ora la raccolta mensile non riesce a coprire la rata. Per questo motivo ultimamente si sono inventate la Cena del Restauro e la vendita della bottiglie del Restauro per raccogliere fondi.

Cogliamo l’occasione del decennale per chiedere di sostenere la Fabbrica in questi ultimi tre anni, sensibilizzando nuove persone a versare i dieci euro mensili e nel contempo ringraziamo tutti quelli che fedelmente continuano a farlo.

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