Un “campanile” particolare

Anna T.

Domenica scorsa, attendendo l’inizio della Messa nella nostra piazzetta, diventata chiesa a cielo aperto, mi sono soffermata a osservare il pino che si erge maestoso accanto all’edificio sacro (anche se all’esterno della cancellata, quasi ad abbracciare idealmente chiesa e quartiere). Mi sono detta: “San Giacomo non ha il campanile, ma questo meraviglioso albero può essere considerato tale a tutti gli effetti: un campanile offertogli dalla natura!”
Non so se il pino sia più giovane o più anziano della chiesa, ma da parecchi anni la custodisce come una sentinella. Soprattutto in estate, ora che si celebra all’aperto, la sua ombra è una benedizione per i fortunati che riescono a goderne la frescura, ma è soprattutto un segno di un qualcosa di molto profondo. Penso alle sue radici forti, ma umili e nascoste, che traggono dalla terra madre il nutrimento e lo inviano su su sino agli aghi più piccoli e lontani e dànno stabilità alla pianta, per farla rimanere salda anche in caso di maltempo. Inoltre il pino, col suo tronco poderoso, sostiene e spalanca i rami in gesto di accoglienza e, con la sua cima aguzza, come una freccia pare indicare il cielo. Questo suo collegare strettamente terra e cielo mi pare un’icona perfetta della nostra vita, del nostro viaggio sulla terra; infatti, mi fa pensare al bello di essere uomini e donne veri, ben inseriti nelle vicende umane e, contemporaneamente, cuori abitati dallo Spirito di Dio e aperti al Cielo. Per di più questo nostro “campanile” è un sempreverde ed è sempre in crescita, stagione dopo stagione, come dovrebbe esserlo ciascuno di noi e la Comunità nel suo insieme: sempre vivi, sempre in crescita, sempre più in comunione come i suoi rami, come le sue foglie…
Quant’è bello questo “amico”, che in silenzio ha visto tante vicende del nostro cammino di Comunità! Lui non lo sa, ma noi gli vogliamo un gran bene! E, se non ha campane, vogliamo cogliere da lui il prezioso messaggio del silenzio, oggi così difficile da ricercare, ma così importante per incontrarci in profondità e per incontrare Dio che ci abita.

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