Aspettando il Natale…

Ritiro d’Avvento alla Basilica Maria Ausiliatrice

Annamaria Quaglia

Domenica 4 dicembre, quasi 70 ragazzi dei gruppi di catechismo di Santa Maria sono saliti sul pullman che li ha portati a Valdocco per il ritiro di Avvento.
In quel frangente, un grazie sincero si è levato verso il Signore, perché finalmente eravamo di nuovo insieme a vivere questo gesto in preparazione al Santo Natale, dopo che la pandemia ce lo aveva tolto.
L’entusiasmo sia dei ragazzi che delle catechiste era tangibile, tutto era preparato da parecchio tempo e in ogni minimo particolare.
Il tema? Don Bosco, il Santo che ha dedicato la vita all’educazione dei giovani.
I Santi, con semplicità ed efficacia, hanno incarnato il Vangelo, provando che esso non è né utopia, né astrazione e nemmeno una storia bella ma passata. Abbiamo bisogno di guardare a loro nella quotidianità, loro che hanno seguito fedelmente Gesù nelle difficoltà della vita e che ora intercedono per noi presso il Padre.
Con questi pensieri, abbiamo deciso di illustrare due dei sogni che aveva fatto don Bosco e che poi aveva raccontato ai suoi ragazzi.
Don Bosco aveva un particolare dialogo con Dio, il Signore gli parlava attraverso i sogni. Qui il racconto de “Il sogno delle due colonne”:
Don Bosco vedeva da una spiaggia una moltitudine di navi da battaglia. Avanzavano contro una nave molto più grande delle altre, tentando di distruggerla. A quella maestosa nave facevano scorta molte altre barchette che ricevevano da lei i segnali di comando e cercavano di difendersi dalle flotte avversarie.
In mezzo al mare si erano sollevate due robuste e altissime colonne.
Sopra una, vi era la statua della Vergine Immacolata, ai cui piedi pendeva un largo cartello su cui c’era scritto Aiuto dei Cristiani; sull’altra, che era molto più alta e grossa, c’era un’Ostia di grandezza proporzionata alla colonna e sotto un altro cartello con le parole: Salvezza dei credenti.
Il comandante supremo sulla gran nave era il Papa che stava al timone per cercare di portare fra le due colonne la sua imbarcazione, mentre le navi nemiche si muovevano per farla affondare.
L’imbarcazione del Papa riportava sui suoi fianchi dei grossi buchi, ma grazie a un soffio che arrivava dalle due colonne le falle si richiudevano.
Il Papa, superando ogni osta-colo, guidò la nave fino alle due colonne e la ancorò bene ad esse. A quel punto le imbarcazioni nemiche si dileguavano e si combattevano fra di loro, mentre sul mare iniziò a regnare una gran calma.

Don Bosco, con l’aiuto di don Rua, diede questa interpretazione al sogno: “ La nave del Papa è la Chiesa, di cui esso è il capo: le navi gli uomini, il mare questo mondo. Chi difende la grossa nave sono gli uomini affezionati alla Santa Sede, gli altri sono i nemici, le persecuzioni e le avversità che con ogni sorta di armi tentano di annientarla. Le due colonne salvifiche sono la devozione a Maria SS. ed al SS. Sacramento dell’Eucaristia”. La Chiesa, per navigare in questo mondo (mare) e guidare gli uomini (le altre navi), deve fondarsi sulla presenza di Cristo (l’Eucaristia) e sull’aiuto della Madonna, nostra Madre al cospetto di Dio.
Questo sogno è stato poi “vissuto” dai ragazzi. Con scatoloni, carta crespa, bandiere, colori e addobbi vari, a gruppetti di 5/6, hanno costruito una barca con la quale hanno percorso un tragitto pieno di ostacoli e deviazioni per poter giungere fra due colonne poste all’arrivo.
Esperienza entusiasmante!
Creatività, collaborazione e sincronia di azione hanno permesso di comprendere fino in fondo l’importanza dell’appartenere alla Chiesa, luogo dove è presente Gesù nell’Eucaristia e nella compagnia dei credenti. La Chiesa ha una mamma che le è stata donata da Gesù stesso sulla croce, S. Maria, l’aiuto dei cristiani.

Il sogno della zattera invece è stato solo raccontato; se vi è stata suscitata un po’ di curiosità lo trovate sul web.
La giornata è poi continuata con la visita al museo di don Bosco a gruppi con una guida ed è terminata con la Celebrazione da parte di don Lorenzo della Santa Messa, insieme alle famiglie dei ragazzi.

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