ORATORIO

GO è Grugliasco Oratorio: progetto di pastorale giovanile cittadino.

L’oratorio è ambiente di vita della pastorale giovanile: la camera dei ragazzi dove si gioca e si studia, per usare un’immagine di colore familiare; la piazza del paese dove ci si incontra e ci si confronta, dove aprono le porte le botteghe, luoghi di percorsi e proposte differenziate, ma che trovano poi un denominatore comune, uno spazio intermedio di relazione; il ponte fra le attività parrocchiali e la città, luogo di aggregazione, di amicizia, di comunicazione perché l’oratorio non sia mai un recinto, un orto chiuso.
Non più quattro oratori a Grugliasco, e nemmeno un oratorio unico, ma una rete che collega gli ambienti e le attività. Un coordinamento centrale, il direttivo GO, cui convergono tutte le realtà ora presenti, quali Go sport, Go musical, Go sbandieratori e musici della Torre, Go logistica, Go eventi, Go segreteria… e quelle che presto verranno alla luce. Un hub centrale, dove Go ha sede: il Borgis, che diventa oratorio cittadino.
Tutto in linea con la richiesta del nostro arcivescovo di pensare la pastorale a livello di città.  
Dunque non solo unione per avere più forza, o un collegamento per sostenere attività troppo fragili, ma scelta precisa di stile perché ci sia relazione fra i nostri ragazzi, fra giovani e adulti, fra parrocchia e parrocchia, tra parrocchie e città. Molto più che l’attività praticata è la relazione che fa crescere, è il dialogo che apre e dà respiro al percorso formativo dei nostri ragazzi, soprattutto se nella rete dei contatti ci sono animatori capaci di dare qualità e valori a chi è connesso in rete. Nulla di virtuale, una vera rete di relazioni umane.
Educare alla relazione personale: questo è il primo obiettivo del nostro progetto! E subito dopo viene l’assunzione di responsabilità che chiediamo a tutti coloro che ne fanno parte: non c’è più il mio gruppo, il mio orto da coltivare, ma siamo invitati a pensare alla città, ai suoi giovani, ai suoi ragazzi, a prendersi cura, a vedere in profondità, a studiare strategie, a impegnare energie. Tutto questo può far crescere il senso di appartenenza e di responsabilità dei nostri laici, dei nostri giovani.

Don Paolo Resegotti

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