La sfida del catechismo cittadino

Don Paolo e don Lorenzo

Nella unità pastorale di Grugliasco, U.P. 46, stiamo vivendo un momento importante e interessante. Per la serie “trasformare la difficoltà in opportunità”, è chiesto alle nostre comunità di fare ulteriori passi in avanti nel “progetto pastorale cittadino”, che ha preso origine dall’invito del vescovo Cesare nel 2012 e che ha raggiunto traguardi importanti nel progetto GO, rete di oratorio cittadino, in C46, Caritas interparrocchiale, nell’Emporio cittadino, e in altre proposte non meno significative, come i corsi interparrocchiali per fidanzati e per la cresima-adulti. Ora si tratta di proseguire: la scelta del nuovo vescovo Roberto di dare alla nostra città una unica equipe ministeriale (non sarà così solo per Grugliasco), indirizza in modo inequivocabile la pastorale dei prossimi anni. Le scelte si pagano, anche con i sacrifici, ma rimanere immobili nella lamentela e nel rimpianto non ha futuro. Oggi c’è bisogno di visione e di speranza: coraggio!

Così ci ritroviamo a ripensare a livello cittadino i percorsi di iniziazione cristiana: come possiamo trasmettere la fede alle nuove generazioni. Partita impegnativa da giocare almeno su due piani assolutamente in sintonia con le indicazioni che arrivano dalla diocesi: un campo più organizzativo, dove si tratta di equilibrare i percorsi fra le quattro parrocchie in una linea interparrocchiale di itinerario, e un campo più di senso, dove si toccano i significati, nella consapevolezza che la proposta cristiana non accetta una deriva settaria in nome della pura dottrina; “pochi ma buoni” non funziona, ma allo stesso modo non è da percorrere la strada di un marketing populista, “vieni, ti facciamo lo sconto”. Non dobbiamo avere la preoccupazione dei numeri, fra l’altro il calo demografico delle nascite si fa sentire anche a Grugliasco, ma la convinzione di trasmettere uno stile di vita che è scritto nel Vangelo, buona notizia, che il Cristo ci ha insegnato con la Sua vita, che può renderci felici, che dà senso alla nostra vita e che possiamo trasmettere solo con la vita. Non solo e non tanto una dottrina: la fede nel Cristo si tramette per contatto, consegnando un’esperienza, insegnando a fidarsi. Oggi come allora: “quello che abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono… noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi”. (1Gv1, 1-3)

Oggi più di ieri abbiamo la consapevolezza che l’iniziazione cristiana deve essere un cammino di famiglia, perché è difficile, per un bambino prima e per un ragazzo poi, fare un cammino di fede vero in un mondo non cristiano senza la famiglia a fianco. I gruppi famiglia che sono nati dai percorsi catechistici nelle nostre comunità testimoniano che è possibile ritrovare o scoprire il passo della fede per tutta la famiglia, che la scelta cristiana può diventare incisiva, a volte determinante nella storia famigliare.

Oggi abbiamo una consapevolezza viva della dimensione comunitaria della fede, scelta personale, non privata: è impossibile ricevere la cresima senza inserirsi nella vita della Chiesa, senza dare un contributo attivo alla vita della comunità.

Oggi abbiamo la consapevolezza e il dovere di offrire ai ragazzi negli anni dell’iniziazione un’autentica esperienza di vita di fede e di vita di comunità, perché possano toccare con mano come cambia la vita nel diventare discepoli di Gesù Cristo, perché non succeda che celebrino la cresima senza una vera scelta, praticamente nella stessa condizione del giorno in cui sono stati battezzati, vanificando l’impegno di chi li ha accompagnati negli anni del catechismo. I nostri ragazzi, e per grazia di Dio sono in tanti quelli che abitano i nostri gruppi e i nostri oratori, sono attori vivaci della gioventù grugliaschese, proprio perché vivono percorsi formativi intensi, accompagnati da animatori testimoni credibili, non perfetti, credibili proprio perché non perfetti, e adulti autentici, trasparenti in egual modo di fragilità e di impegno.

Se sull’orizzonte di senso c’è e ci sarà molto da lavorare nel futuro, la partita organizzativa chiede fin da subito di realizzare scelte operative. Abbiamo istituito una commissione dove le quattro parrocchie sono rappresentate da laici responsabili, una commissione che con noi preti sta elaborando un progetto di catechesi cittadino. L’obiettivo è una proposta comune da offrire parallelamente in tutte le parrocchie. Questo dovrebbe disincentivare le migrazioni da una parrocchia all’altra, che vorremmo contenere per evitare che ci siano comunità senza bambini, asciugate nella speranza. Qualche momento importante nel cammino ci permetterà poi di far incontrare gruppi di parrocchie diverse per educare i ragazzi stessi ad aprirsi alla rete interparrocchiale, e perché possano sentirsi parte di una Chiesa che va oltre al loro gruppo e alla loro realtà.

Raccogliendo i punti di forza dell’esperienza vissuta in questi anni nelle quattro parrocchie (mettere insieme il meglio è uno dei vantaggi del lavoro sinergico), in cinque anni vorremmo portare i bambini alla scelta della vita cristiana e all’inserimento nella comunità dei ragazzi precisamente nei gruppi medie. Ogni anno catechistico avrà un momento celebrativo forte: al termine del primo anno la consegna del Vangelo, nel secondo la celebrazione della festa del perdono, nel terzo la prima comunione, nel quarto l’entrata nella fascia start con i primi animatori di riferimento, nel quinto anno la celebrazione della cresima e il passaggio nel gruppo medie. Le date dell’inizio del catechismo, dei momenti forti e delle celebrazioni saranno parallele nelle quattro comunità, anche se a san Cassiano e a san Giacomo, dove partono più di un gruppo all’anno, ci sarà uno slittamento per i gruppi che iniziano con l’Avvento.

Ogni gruppo si incontrerà quattro volte nel mese: due volte in settimana, una volta il sabato mattina, una domenica con incontro per i genitori e con la partecipazione dell’intero gruppo genitori/figli alla Messa di comunità. Nell’ultimo anno, in fascia start, gli incontri di gruppo non saranno più in settimana, ma al sabato pomeriggio ogni quindici giorni per instradare i ragazzi al ritmo di incontro del gruppo medie, in orari dove gli animatori possono essere presenti.

Il percorso catechistico sarà poi arricchito da alcuni momenti liturgici: Novena di Natale, Quaresima, Mese di Maggio; da alcune celebrazioni che coinvolgeranno i ragazzi nel percorso di crescita, per esempio la lavanda dei piedi il Giovedì Santo; da esperienze di vita comunitaria che riteniamo indispensabili: il ritiro a Verrayes di due giorni in preparazione alla prima comunione e in preparazione alla cresima; da esperienze di vita di oratorio: l’oratorio del sabato per i bambini, le feste per i ragazzi delle medie; da esperienze forti di vita di gruppo: l’estate ragazzi e i campi estivi.

Una parola su alcune questioni tecniche: ci sarà un’unica segreteria della catechesi, con sede in via Cravero 18, presso gli uffici che diventeranno gli uffici dell’unità pastorale. L’unica segreteria gestirà le iscrizioni di tutte e quattro le parrocchie; chiederemo a tutti di inserirsi nella parrocchia di appartenenza che è quella frequentata effettivamente dalla famiglia con la partecipazione abituale alla Messa della domenica, e dove non c’è frequenza farà fede l’appartenenza territoriale.

Resta vivo in ogni parrocchia il gruppo delle catechiste, coordinato da due responsabili laici che faranno parte della commissione cittadina. Resta vivo il centro di formazione Tobia presso l’oratorio GO, espressione del progetto diocesano di catechesi. Nel mese di settembre verranno proposti degli incontri di start up per tutti gli anni catechistici, in modo da spiegare meglio a tutti i genitori le novità del percorso.

Per tutti l’invito è ad accompagnare questo processo di trasformazione con la preghiera, con l’intelligenza e con sguardo lungimirante. Il Signore sta camminando davanti alla Sua Chiesa come Buon Pastore, se vogliamo trasmettere una fede viva alle nuove generazioni dobbiamo accettare la sfida del cammino cercando di non rimanere troppo indietro. E anche questa volta quello che si presenta come un problema di difficile soluzione darà nuova energia, speranza e gioia alle nostre comunità.

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