Casa Cottolengo tra presente e futuro

Paolo Boarino e Carmen Perrone

Non è stato un anno facile quello appena trascorso. Un anno di pandemia terribile per tutti noi, e ancor più per chi vive situazioni di patologie e grande fragilità sanitaria e sociale, come vivono molti dei nostri anziani di Casa Cottolengo. Anche se la Casa ha vissuto in modo meno acuto i drammi terribili di molte RSA piemontesi, certamente l’isolamento, i timori del contagio, la mancanza di relazioni e di contatto fisico con i familiari e gli amici e le tante persone che frequentavano la Casa, hanno rappresentato, e ancora rappresentano, pagine dolorose e tristi.
Nonostante le cure, la dedizione e l’affetto che le persone che vi lavorano hanno cercato di trasmettere loro, nonostante le video chiamate, talvolta non semplici da comprendere, nonostante le brevi visite possibili solo attraverso una barriera di plastica che impedisce il contagio, a tutti manca terribilmente la normalità delle relazioni e la vicinanza fisica dei propri cari. Crediamo che Casa Cottolengo sia parte di questa comunità; per questo, ad un anno dall’inizio della pandemia, abbiamo pensato di restituirvi il racconto del nostro vissuto. Consapevoli della responsabilità che la storia di questa Casa porta con sé, sappiamo che dobbiamo operare per costruire una solida speranza per un futuro che non sarà più necessariamente come prima, ma che ci deve interrogare e, soprattutto, stimolare a promuovere servizi agli anziani che non siano mai ghettizzanti o istituzionalizzanti, neppure quando avvengono all’interno di una struttura residenziale, ma che corrispondano ai bisogni delle persone, del loro progetto di vita, nella propria casa, fin quando possibile.
Oggi gli anziani di Casa Cottolengo sono vaccinati; confidiamo che con i vaccini si determinino al più presto nuove procedure e modalità che consentano di riaprire la Casa alla comunità, alle famiglie ed alle tante attività aggregative, culturali, formative che per gli anziani della Casa e della città avevamo sviluppato.

La Casa oggi
La RSA Casa Cottolengo ha una lunga storia, caratterizzata da un forte legame con il territorio e la comunità di San Cassiano; affonda le sue radici nella storia civile e religiosa della nostra città intrecciandosi con quella ottocentesca torinese, così ricca di benefattori e Santi Sociali che hanno segnato profondamente anche sensibilità sociali e politiche.
La Casa Cottolengo oggi dispone nell’ala nord di 29 posti letto (18 collocati al 1° piano e 11 al piano terra) che soddisfano i requisiti previsti dalle norme per i presidi residenziali per anziani, parzialmente o totalmente non autosufficienti, ed è in grado di accogliere anziani anche con polipatologie di diversa natura e gravità e con elevato livello di non autosufficienza. Nell’ala ovest della struttura si trova inoltre la “Comunità Alloggio” dotata di 5 posti letto, che ospita soggetti che seguono un progetto terapeutico-riabilitativo, gestito in collaborazione con l’Azienda Sanitaria.
Fin dal subentro al lavoro delle suore cottolenghine, la Cooperativa San Cassiano prima e successivamente il Gruppo ARCO hanno condiviso la finalità di coniugare l’efficienza del servizio con il principio di considerare l’anziano ed i suoi bisogni fulcro della vita della struttura. Altra caratteristica irrinunciabile è il legame con il territorio anche per il progetto delle persone ospiti: queste devono poter mantenere inalterati i legami con i parenti, ma anche attingere alle risorse del tessuto cittadino. La Casa, in questo modo, rappresenta un punto di aggregazione di “interessi sociali” ed incoraggiando la partecipazione di soggetti esterni, individuali ed istituzionali, attraverso varie iniziative. Ci piace ricordare la collaborazione con tantissime associazioni, non solo locali, che hanno consentito la realizzazione di appassionanti stagioni musicali, rappresentazioni teatrali di grande intensità, corsi di teatro, seminari di conoscenza delle curiosità storiche della città, gli scambi arricchenti tra bambini, giovani e anziani, grazie ai giovani dei gruppi parrocchiali e del Progetto Giovani e le Scuole della Città e, non ultimo, in collaborazione con SUISM le palestre della salute anche grazie al sostegno della Fondazione CRT.
Dalla Casa si sono dipanate anche attività di supporto agli anziani a casa e ai loro caregivers, ricordiamo in particolare lo Sportello per la Salute, i corsi per care giver e gli interventi specialistici anche a domicilio. L’impossibilità di accedere liberamente alla struttura ha reso necessario, grazie alla disponibilità ed al protocollo stipulato con la Città di Grugliasco, lo spostamento di alcune di queste attività presso il Centro “Nello Farina” anche in un’ottica di nuove collaborazioni.
Casa Cottolengo ed il Gruppo ARCO sono diventati partner, con la città, del progetto di welfare di comunità a favore del territorio di Grugliasco, degli anziani e dei più fragili, sviluppando progetti di educazione e raccolta alimentare (ci vedete con i carrelli nei giorni di mercato), di formazione e supporto ai volontari che si prendono cura di anziani socialmente fragili, di sostegno di persona e telefonico per le più diverse necessità, in collaborazione con il Comune di Grugliasco, l’Unità Pastorale 46, il Consorzio Socio Assistenziale, l’ASL, la Città Metropolitana.

Il futuro
Sono in corso gli adeguamenti e ampliamenti dell’edificio, così come da impegno assunto con la città che, oltre a riqualificare un’area centrale della città, porterà la struttura a disporre di 76 posti residenziali con un ampio salone centrale per attività ricreative, sia interne che esterne, spazi comuni, sale da pranzo, area verde, palestra e cappella. La struttura sarà dotata di tecnologie impiantistiche avanzate e di attrezzature innovative. Si realizzerà lo spazio per installare una cucina interna per la preparazione di pasti personalizzati e diete, oltre all’adeguamento dei locali di lavanderia interna per i capi di abbigliamento degli ospiti.
I lavori dovrebbero concludersi a fine 2021.
Verrà incrementato il personale per oltre 25 figure professionali sanitarie e socio sanitarie dotate dei titoli previsti dalle norme della Regione Piemonte e altre figure legate ai servizi generali e ausiliari, garantendo ricadute occupazionali sul territorio. Confidiamo che, superata la fase pandemica, si possa riprendere a garantire il coinvolgimento degli anziani in una rete di rapporti culturali e sociali allargata, dando loro l’opportunità di sviluppare relazioni vecchie e nuove, nella maniera più intensa possibile. La sfida che abbiamo davanti è molto difficile, il Covid ha portato via con sé, oltre a tante persone care, anche tante certezze, ma l’orgoglio di lavorare in una comunità qual è quella grugliaschese, vivace e attenta alle persone, la consapevolezza della responsabilità della storia e dei valori di cui è portatrice questa Casa, ci spingono ad affrontare con determinazione i prossimi anni, consapevoli che siamo parte di questa città.

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